Ruini in campo su aborto e caso Welby
L`alto prelato: «è tempo di cambiare le norme sull`interruzione di gravidanza». Il centrosinistra fa muro: il provvedimento non si tocca
Si gioca in casa. Grand Hotel di Frascati, corso della Fondazione Magna Carta, laboratorio politico d`ispirazione teocon guidato dal senatore di Forza Italia Gaetano Quagliariello. Platea amica. C`è infatti qualche attimo di sorpresa quando uno dei giovani borsisti si alza in piedi per fare la sua domanda al cardinale Camillo Ruini: «Perché avete detto no ai funerali per Piergiorgio Welby? Quella decisione mi ha stupito». L`ex presidente della Conferenza episcopale non si scompone. Ha appena parlato della necessità di rivedere la legge sull`aborto, «una interpretazione che la migliori è non solo lecita ma doverosa». Parole nette con il sorriso sulle labbra, come sempre. Anche adesso sorride: «Sono io personalmente che ho preso quella decisione. Dispiaceva pure a me dire no, ma l`ho presa per un motivo logico». È la prima volta il cardinale parla da un punto di vista personale di quei funerali negati a chi aveva fatto della sua malattia una battaglia per il diritto all`eutanasia. «Sapevo - dice Ruini - quanti strali mi sarei attirato. Sapevo che avrei aggiunto sofferenza alle persone a lui legate e questo mi ha addolorato. Ma non c`era scelta». Ruini spiega che la Chiesa tende a concedere i funerali ai suicidi perché «si presuppone che, in uno stato di sofferenza, nel momento finale non ci sia il deliberato consenso della persona». Secondo Ruini, invece, quello Welby è un caso diverso: «Lui aveva più volte manifestato il desiderio di morire. Concedere il funerale sarebbe stato come dire "il suicidio è ammesso". Ma questo non ci impedisce di pregare per lui ed io spero che Dio lo abbia accolto». Poco prima il cardinale aveva parlato della legge sull`aborto. «È non solo lecita ma doverosa una interpretazione che aggiorni ai progressi medico scientifici la 194, ormai vecchia di 30 anni». E questo in un`ottica di riduzione del danno perché «per un credente sarebbe meglio che non ci fosse. Però quella legge c`è e non ci sono le condizioni per abrogarla». Il cardinale non scende nei dettagli delle modifiche. Ma proprio in questi giorni è il settimanale Famiglia cristiana a sottolineare tre possibili interventi che sembrano ritagliati sulle sue parole: rivedere i limite temporali per l`interruzione della gravidanza, regole più severe per l`aborto selettivo, applicazione reale delle misure di sostegno alle donne. Il centrosinistra difende la legge. «La 194 non si tocca perché funziona e sta riducendo il numero degli aborti» aveva detto il ministro della Salute Livia Turco in mattinata, prima dell`intervento del cardinale. Il centrodestra, invece, prende al balzo le parole di Ruini: Alfredo Mantovano (An) annuncia un disegno di legge per una «ragionata rettifica» delle norma.
Corriere della Sera
di Lorenzo Salvia
Si gioca in casa. Grand Hotel di Frascati, corso della Fondazione Magna Carta, laboratorio politico d`ispirazione teocon guidato dal senatore di Forza Italia Gaetano Quagliariello. Platea amica. C`è infatti qualche attimo di sorpresa quando uno dei giovani borsisti si alza in piedi per fare la sua domanda al cardinale Camillo Ruini: «Perché avete detto no ai funerali per Piergiorgio Welby? Quella decisione mi ha stupito». L`ex presidente della Conferenza episcopale non si scompone. Ha appena parlato della necessità di rivedere la legge sull`aborto, «una interpretazione che la migliori è non solo lecita ma doverosa». Parole nette con il sorriso sulle labbra, come sempre. Anche adesso sorride: «Sono io personalmente che ho preso quella decisione. Dispiaceva pure a me dire no, ma l`ho presa per un motivo logico». È la prima volta il cardinale parla da un punto di vista personale di quei funerali negati a chi aveva fatto della sua malattia una battaglia per il diritto all`eutanasia. «Sapevo - dice Ruini - quanti strali mi sarei attirato. Sapevo che avrei aggiunto sofferenza alle persone a lui legate e questo mi ha addolorato. Ma non c`era scelta». Ruini spiega che la Chiesa tende a concedere i funerali ai suicidi perché «si presuppone che, in uno stato di sofferenza, nel momento finale non ci sia il deliberato consenso della persona». Secondo Ruini, invece, quello Welby è un caso diverso: «Lui aveva più volte manifestato il desiderio di morire. Concedere il funerale sarebbe stato come dire "il suicidio è ammesso". Ma questo non ci impedisce di pregare per lui ed io spero che Dio lo abbia accolto». Poco prima il cardinale aveva parlato della legge sull`aborto. «È non solo lecita ma doverosa una interpretazione che aggiorni ai progressi medico scientifici la 194, ormai vecchia di 30 anni». E questo in un`ottica di riduzione del danno perché «per un credente sarebbe meglio che non ci fosse. Però quella legge c`è e non ci sono le condizioni per abrogarla». Il cardinale non scende nei dettagli delle modifiche. Ma proprio in questi giorni è il settimanale Famiglia cristiana a sottolineare tre possibili interventi che sembrano ritagliati sulle sue parole: rivedere i limite temporali per l`interruzione della gravidanza, regole più severe per l`aborto selettivo, applicazione reale delle misure di sostegno alle donne. Il centrosinistra difende la legge. «La 194 non si tocca perché funziona e sta riducendo il numero degli aborti» aveva detto il ministro della Salute Livia Turco in mattinata, prima dell`intervento del cardinale. Il centrodestra, invece, prende al balzo le parole di Ruini: Alfredo Mantovano (An) annuncia un disegno di legge per una «ragionata rettifica» delle norma.
Corriere della Sera
di Lorenzo Salvia
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