giovedì, settembre 27, 2007

Lettera aperta di Emma Bonino a Aung San Suu Kyi


Cara Aung San Suu Kyi,
sto seguendo con molta emozione gli sviluppi della situazione nel Suo paese. Anche stamattina, come accade ormai da otto giorni consecutivi, un migliaio di giovani monaci buddisti si sono radunati davanti alla millenaria pagoda di Shwedagon, a Rangoon, per dare vita ad un nuovo corteo contro il regime militare che da ormai 45 anni tiene saldamente il potere in Birmania. Nei giorni scorsi, il corteo è diventato sempre più grande, grazie all'adesione di migliaia di cittadine e cittadini. Oggi si parla di centomila persone, e la mia speranza è che questa volta il corteo possa raggiungere pacificamente 54 University Street, dove Lei si trova agli arresti domiciliari.
Per noi radicali transnazionali, che in nome della nonviolenza gandhiana ci siamo sempre battuti per la promozione dei diritti umani e la democrazia in tutto il mondo, questa lotta nonviolenta è una prova straordinaria di un paese, di un popolo intero che chiede libertà, giustizia, e che combatte senza armi per la propria rinascita. E' una grande lezione che, su iniziativa dei testimoni più autentici del buddismo nel Suo paese, il popolo birmano sta dando non solo al regime militare, ma al mondo intero. So che la giunta ha minacciato ieri di «prendere misure» contro i manifestanti, oppure di ricorrere, come nel 1988, all'impiego di infiltrati e di agenti provocatori per far scoppiare i disordini e così giustificare una violenta repressione.
Sono convinta che si tratterebbe di un tragico errore di calcolo. Gli occhi del mondo sono puntati su quello che sta accadendo in Birmania. Sia l'Unione europea sia l'Asean hanno chiesto al regime di non ricorrere alla violenza. Ieri, all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Presidente Bush ha annunciato un inasprimento delle sanzioni contro i membri della giunta. Sappia che anche il governo italiano ha chiesto alla giunta di aprire un dialogo con i monaci, con i membri della National League of Democracy e con tutta l'opposizione birmana, così come chiede che Le venga immediatamente restituita la libertà.
Cara Aung San Suu Kyi, ho ancora impressi nella memoria, dal nostro incontro di undici anni fa, quando Lei già si trovava agli arresti domiciliari, la Sua forza e il Suo coraggio. Questa forza e questo coraggio sono esattamente ciò di cui ha più bisogno il popolo birmano. Ho fiducia che una buona combinazione prodotta dall'azione nonviolenta interna e dalla pressione esterna delle organizzazioni regionali e multilaterali nonché dei paesi democratici, possa portare presto, finalmente, al ristabilimento della libertà. Lei non è sola. I monaci birmani non sono soli.
Il Suo popolo non è solo. Ha - avete - tutta la vicinanza, il sostegno e la determinazione non solo di noi radicali transnazionali ma di tutta quella comunità internazionale impegnata ogni giorno nella costruzione di un mondo fondato sulla difesa della dignità umana.


Emma Bonino

da Corriere della Sera del 26 settembre 2007

lunedì, settembre 24, 2007

MONOPOLIO VATICANO

In Italia non esiste un confronto sul piano religioso e teologico, oltre che politico e sociale. Per i media la questione etica è un'esclusiva della Chiesa.

Nutrire i malati è un dovere! Dargli da bere anche! Messa così, chi potrebbe mai non essere d'accordo? Se però poi parliamo di persone le cui cellule cerebrali sono completamente bruciate, magari a causa di un infarto, che non potranno mai tornare a una vita cosciente e che, da "coscienti", avevano chiaramente indicato che in quelle condizioni non avrebbero voluto essere curate, allora anche il "dovere" di nutrire i malati si può trasformare in una violenza. E in un affare, sulla pelle di chi è oggetto passivo di "cure" che non avevano mai voluto

Le ultime esternazioni della Sacra Congregazione per la dottrina della fede (ex Sacra Congregazione della Romana Universale Inquisizione) in materia di Stato vegetativo persistente di per sé non sono certo una novità, pur essendoci state propinate come notizia clamorosa. E forse proprio qui sta il primo scandalo, che in Italia non ha scandalizzato nessuno. Sono infatti mesi che il Vaticano, nelle sue varie e articolate formazioni, ripete sempre le stesse cose, e ogni volta i media le presentano senza alcun contraddittorio alla pari, senza esprimere la molteplicità delle posizioni di altre religioni o di posizione diverse - che pur esistono - nella stessa Chiesa. Si "spara" come notizia di primo piano una notizia sempre uguale a se stessa, riportando poi (quando va bene) il solito coro di piccoli e tagliuzzati commenti favorevoli e contrari. Il monopolio mediatico dell'etica, consegnato in Italia illegalmente al Vaticano, non ha confronti in Europa. Come "Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica" abbiamo chiesto ai massimi responsabili editoriali, e in particolare al "servizio pubblico" della RAI, di iniziare a rappresentare con pari dignità la pluralità visioni che la Costituzione difende e valorizza, e dunque di aprire un vero confronto e contraddittorio sul piano religioso e teologico, oltre che politico e sociale. Nessuna risposta.

L'impossibilità di replica ha consentito di coprire il più evidente dei paradossi. Il Vaticano infatti accusa i Radicali di essere materialisti e scientisti, ma è proprio il Vaticano ad abbracciare una posizione di materialismo assoluto: alla macchina, cui è attribuito un connotato di "naturalita'", si affida tutto il potere di decidere sulla vita. Se la macchina regge per mesi o anni a infilare liquidi o aria in un corpo trattato come oggetto, allora quella diventa Natura Intoccabile e Inviolabile; in una parola: Sacra. La somministrazione, sotto controllo medico e con l'ausilio di macchinari e interventi chirurgici, di preparati nutrizionali misti a medicine viene spacciata per "cibo" e "acqua", come se si stesse parlando di normali pranzi e cene. Siamo di fronte a una vera e propria idolatria della tecnologia, sotto la quale scompare tutto ciò che è volontà, speranza, scelta, sia da parte del malato che delle persone che lo amano. La vita come fatto puramente biologico è sequestrata dalle macchine e dai loro proprietari.

Con il progresso delle tecniche di rianimazione, di questo passo avremo decine di migliaia di persone riempite e svuotate, di giorno e di notte, ad occupare "Case di non-cura" che proliferano in giro per l'Italia, gonfiando le casse di imprenditori sanitari - dei quali il mondo vaticano è particolarmente ricco - mentre negli ospedali spesso non si trova nemmeno un posto in rianimazione per curare persone che davvero potrebbero essere curate. A questo punto è gran tempo che il Ministro della Sanità Livia Turco realizzi un'indagine conoscitiva sulla realtà delle persone in stato vegetativo in Italia, magari senza bisogno di creare l'ennesima commissione ministeriale dai tempi biblici.



Marco Cappato, Deputato europeo radicale e Segretario Associazione Luca Coscioni

da "Left" - Avvenimenti

domenica, settembre 23, 2007

La battaglia di Piergiorgio su Al Jazeera

Il 19 settembre scorso Al Jazeera, la rete satellitare panaraba, ha dedicato la storia di copertina alla vicenda di Piergiorgio Welby e alla sua lotta per l'autodeterminazione. Nel corso della trasmissione "People&Power", in lingua inglese, interviste a Piergiorgio, Mina, Marco Cappato e Mario Riccio.


venerdì, settembre 14, 2007

Pescatore

giovedì, settembre 13, 2007

Sotto il cielo di Napoli

venerdì, settembre 07, 2007

La risposta di Mina Welby

6 settembre 2007
EMINENZA, NON LE PORTO RANCORE
Eminenza Reverendissima,

che Lei sia tornata a parlare della vicenda dolorosa di Welby mi fa pensare che si trova ad affrontare una profonda crisi interiore, dovuta probabilmente alle continue rimostranze da molte parti anche dell’ambiente ecclesiastico che non hanno approvato la Sua decisione di non far celebrare il funerale religioso. Io voglio unicamente pensare che era stata una decisione affrettata. Purtroppo le notizie si accavallarono con le più svariate opinioni che vennero manifestate in quel periodo, e mancava la chiarezza. La richiesta di Piergiorgio fu semplicemente quella di non infierire oltre con la terapia ventilatoria che gli procurava grandissima sofferenza. La sua patologia, la distrofia muscolare aveva oramai raggiunto il suo culmine, e la ventilazione artificiale che certamente non poteva guarirlo, e questo lo aveva saputo già quando la aveva accettata nel 1997, ora era nemmeno più una cura di sostegno, bensì era diventata una tortura. L’articolo 2278 del Catechismo della nostra Chiesa Cattolica ci dice chiaramente: “L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'« accanimento terapeutico ». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.”Le vicende umane su questa terra rischiano sempre equivoci e storture, l’importanza è quella dell’onestà intellettuale e di poter dare chiarezza alle nostre azioni. Per il modo come Piergiorgio ci ha lasciati, cioè in pace con tutti dopo una vita spesa per gli altri, sono sicura che Dio misericordioso lo abbia accolto.Vorrei chiudere questo doloroso capitolo e dire a tutti che errare è umano e credo sia giusto che anch’io come cattolica convinta non serba rancore verso nessuno. In questo, ne sono sicura, interpreto anche lo spirito di Piergiorgio Welby.
Mina Welby

Ruini in campo su aborto e caso Welby

L`alto prelato: «è tempo di cambiare le norme sull`interruzione di gravidanza». Il centrosinistra fa muro: il provvedimento non si tocca

Si gioca in casa. Grand Hotel di Frascati, corso della Fondazione Magna Carta, laboratorio politico d`ispirazione teocon guidato dal senatore di Forza Italia Gaetano Quagliariello. Platea amica. C`è infatti qualche attimo di sorpresa quando uno dei giovani borsisti si alza in piedi per fare la sua domanda al cardinale Camillo Ruini: «Perché avete detto no ai funerali per Piergiorgio Welby? Quella decisione mi ha stupito». L`ex presidente della Conferenza episcopale non si scompone. Ha appena parlato della necessità di rivedere la legge sull`aborto, «una interpretazione che la migliori è non solo lecita ma doverosa». Parole nette con il sorriso sulle labbra, come sempre. Anche adesso sorride: «Sono io personalmente che ho preso quella decisione. Dispiaceva pure a me dire no, ma l`ho presa per un motivo logico». È la prima volta il cardinale parla da un punto di vista personale di quei funerali negati a chi aveva fatto della sua malattia una battaglia per il diritto all`eutanasia. «Sapevo - dice Ruini - quanti strali mi sarei attirato. Sapevo che avrei aggiunto sofferenza alle persone a lui legate e questo mi ha addolorato. Ma non c`era scelta». Ruini spiega che la Chiesa tende a concedere i funerali ai suicidi perché «si presuppone che, in uno stato di sofferenza, nel momento finale non ci sia il deliberato consenso della persona». Secondo Ruini, invece, quello Welby è un caso diverso: «Lui aveva più volte manifestato il desiderio di morire. Concedere il funerale sarebbe stato come dire "il suicidio è ammesso". Ma questo non ci impedisce di pregare per lui ed io spero che Dio lo abbia accolto». Poco prima il cardinale aveva parlato della legge sull`aborto. «È non solo lecita ma doverosa una interpretazione che aggiorni ai progressi medico scientifici la 194, ormai vecchia di 30 anni». E questo in un`ottica di riduzione del danno perché «per un credente sarebbe meglio che non ci fosse. Però quella legge c`è e non ci sono le condizioni per abrogarla». Il cardinale non scende nei dettagli delle modifiche. Ma proprio in questi giorni è il settimanale Famiglia cristiana a sottolineare tre possibili interventi che sembrano ritagliati sulle sue parole: rivedere i limite temporali per l`interruzione della gravidanza, regole più severe per l`aborto selettivo, applicazione reale delle misure di sostegno alle donne. Il centrosinistra difende la legge. «La 194 non si tocca perché funziona e sta riducendo il numero degli aborti» aveva detto il ministro della Salute Livia Turco in mattinata, prima dell`intervento del cardinale. Il centrodestra, invece, prende al balzo le parole di Ruini: Alfredo Mantovano (An) annuncia un disegno di legge per una «ragionata rettifica» delle norma.

Corriere della Sera
di Lorenzo Salvia

Nessun dorma

TURANDOT
Atto III, Scena 1
Il Principe
Nessun dorma!... Nessun dorma!...
Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
guardi le stelle che tremano
d'amore e di speranza!
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!
Ed il mio bacio scioglierà
il silenzio che ti fa mia!
Coro donne
Il nome suo nessun saprà...
E noi dovrem ahimè, morir, morir!...
Il Principe
Dilegua, o notte! tramontate, stelle!
Tramontate, stelle! All'alba vincerò!
Vincerò! Vincerò!